L’era post-Covid si è caratterizzata per una netta divergenza tra l’economia statunitense e il resto del mondo, con l’Europa che ha evitato per poco la recessione e la Cina che ha dovuto fare i conti con lo scoppio della bolla immobiliare, mentre negli USA il PIL ha registrato una crescita superiore al trend.
“L’espansione dell’economia USA si deve alla buona tenuta dei consumi statunitensi, che sono stati sostenuti da una spesa pubblica generosa e da una scarsa sensibilità all’aumento dei tassi d’interesse”, afferma Graham, Head of Multi-Asset Strategies di Robeco.
Figura 1: La spesa per consumi in termini reali è rimasta al di sopra del trend pre-Covid
Fonte: LSEG Datastream, Robeco
“A prima vista, parte della spiegazione risiede nelle misure di lockdown adottate durante la pandemia, quando gli Stati Uniti hanno offerto sovvenzioni ai consumatori mentre altri governi le hanno date alle aziende o, in alcuni casi, non ne hanno erogate.”
Molti consumatori sono immuni ai rialzi dei tassi di interesse
La seconda causa della buona tenuta dei consumi è da ricercarsi nella natura del mercato dei mutui ipotecari destinati alle famiglie, dove prevalgono i prestiti a tasso fisso e dove i tassi estremamente bassi hanno permesso ai consumatori di prorogare il proprio debito, assicurandosi tassi del 3% per trent’anni fino ad appena tre anni fa. Ne consegue che il recente tasso ipotecario trentennale del 7,55%1 non ha alcun effetto, se non per chi acquista casa la prima volta o ha bisogno di traslocare.
“Pertanto, i consumatori statunitensi beneficiano ancora della riduzione dell’indebitamento iniziata dopo la crisi finanziaria globale (Figura 2), facendo al contempo fronte senza difficoltà ai costi del debito”, rileva Graham.
Figura 2: Debito delle famiglie in % del reddito disponibile
Fonte: LSEG Datastream, Robeco
Redditi reali in crescita
I dati sottostanti indicano che i consumi sono ben sostenuti. In primo luogo, dato che i redditi disponibili continuano ad aumentare a un ritmo superiore all’inflazione, il consumatore statunitense mediano beneficia ancora di redditi reali in crescita. L’aumento del potere d’acquisto permette alle famiglie di mantenere pressoché inalterati i livelli dei consumi anche a fronte dei rialzi dei prezzi.
Figura 3: La crescita dei salari rimane elevata
Fonte: LSEG Datastream, Robeco
In secondo luogo, negli Stati Uniti la fiducia dei consumatori è relativamente elevata e ampiamente diffusa, il che incoraggia la spesa.“In un contesto inflazionistico, conviene spendere oggi perché domani i beni e i servizi saranno più costosi.”
Figura 4: Il tasso di risparmio negli USA è tornato vicino ai minimi storici
Fonte: LSEG Datastream, Robeco
In terzo luogo, durante la pandemia di Covid-19 i consumi si sono spostati dai servizi ai beni a causa dei lockdown e delle restrizioni, che hanno spinto i consumatori ad acquistare prodotti online per migliorare la “vita domestica”. Questa tendenza non si è invertita, perché la penetrazione dello shopping online rimane superiore del 30% circa rispetto ai livelli pre-Covid, anche se alcuni produttori di attrezzature sportive potrebbero non essere d’accordo. Quale effetto duraturo, i consumatori sono diventati più fedeli ai marchi extralusso ma meno fedeli ai brand di largo consumo, e sono oggi più inclini a considerare una gamma ampia di venditori, prezzi e livelli di qualità.
“Inoltre, all’indomani dei lockdown, negli Stati Uniti si è registrata un’esplosione della spesa repressa per viaggi e servizi, che è proseguita grazie all’aumento dei salari e alla minore propensione dei consumatori statunitensi a risparmiare sovvenzioni e salari rispetto ai loro omologhi europei o cinesi.”
Essendo la principale componente del PIL statunitense, i servizi rivestono grande importanza per l’economia nel suo insieme e contribuiscono a spiegare l’eccezionale situazione economica degli Stati Uniti.
Infine, varie forme di sostegno pubblico, come gli assegni di stimolo e le indennità di disoccupazione, hanno protetto i consumatori statunitensi dagli effetti peggiori della crisi, consentendo loro di mantenere immutati i livelli di spesa anche nei periodi di incertezza economica. Come già detto, queste misure erano assenti in altre parti del mondo.
Dove potrebbero registrarsi cedimenti nella spesa per consumi?
Sarebbe negligente sorvolare sui fattori che potrebbero indebolire la spesa per consumi negli Stati Uniti. In primo luogo, la spesa pubblica potrebbe diminuire, anche se questo scenario è improbabile in quanto Biden cercherà di convincere gli elettori a sostenerlo nelle elezioni presidenziali di novembre. In secondo luogo, seppur con ritardi lunghi e variabili, gli aumenti dei tassi cominceranno a farsi sentire, incrementando l’onere debitorio ed erodendo il reddito disponibile di un maggior numero di consumatori. Inoltre, il servizio del debito pubblico da parte del Dipartimento del Tesoro USA riduce i margini per un’espansione fiscale (pilastro del sostegno alla spesa per consumi), ragion per cui il rifinanziamento del debito in un contesto di tassi di policy più elevati più a lungo resta motivo di apprensione per tutti.
Infine, vi sono segnali preoccupanti come l’indebolimento degli indicatori del mercato del lavoro.
“La recente diminuzione dei tassi di dimissione dal lavoro suggerisce che il vantaggio salariale derivante dal cambiare occupazione si è assottigliato o è stato eliminato, segno che la sicurezza occupazionale riveste crescente importanza per le famiglie statunitensi”, osserva Graham.
Graham non esclude inoltre la possibilità di una riduzione delle “scorte di manodopera” accumulate all’indomani del Covid, in quanto molte piccole e medie aziende, dopo aver riconsiderato i propri costi, potrebbero lasciar andare i lavoratori. Se ciò accadesse, l’eccezionalismo dei consumi statunitensi finirebbe per invertirsi, poiché la crescita dei salari subirebbe una battuta d’arresto con l’aumento della disoccupazione al di sopra del 5%.
“Nel complesso, sembra che i consumi USA rimarranno ben sostenuti nel corso del 2024 e fino alle elezioni presidenziali, il che spiega perché la Fed non voglia allentare ancora la politica monetaria.”
Nota in calce
1Da bankrate.com, 30 aprile 2024
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