SI Dilemma: È opportuno che gli investitori si occupino delle questioni sociali?

L’UDHR, redatta nel dicembre 1948, è nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale e dalla creazione delle Nazioni Unite. La comunità mondiale ha dichiarato chiaramente che le atrocità commesse durante la guerra non devono più ripetersi e ha deciso di codificare i diritti umani fondamentali. Il documento nella sua versione definitiva è stato tradotto in 500 (!) lingue¹ e costituisce una piattaforma per la tutela dei diritti umani.

Pur non essendo giuridicamente vincolante, l’UDHR ha ispirato il diritto internazionale in materia di diritti umani e la redazione di trattati vincolanti, di cui almeno uno è stato ratificato da tutti e 193 gli Stati membri delle Nazioni Unite.

È chiaro che spetta soprattutto ai governi assicurare il rispetto dei diritti umani nei propri paesi. Perché dunque questo argomento dovrebbe essere rilevante per gli investitori? Le questioni sociali sono un tema caldo per gli asset manager da quando la S è diventata la lettera centrale dell’acronimo ESG. Non c’è dubbio che la dimensione sociale debba essere considerata alla stregua delle questioni ambientali o di governance, anche se spesso è vista come un figlio di mezzo senza il potere della E e della G.

Per quanto concerne gli investitori, la rilevanza delle questioni sociali può essere considerata da due punti di vista. L’approccio delle aziende alla gestione delle questioni sociali può avere un impatto significativo sui loro risultati finanziari o sul loro modello di business (rilevanza finanziaria). Ad esempio, un’impresa estrattiva dovrebbe gestire bene i rapporti con la comunità di riferimento per mantenere la propria licenza a operare.

Purtroppo non mancano gli esempi tragici di cattiva gestione, come quello del disastro della miniera di Brumadinho nel 2019, quando il cedimento di una diga di contenimento degli sterili provocò la morte di 270 persone. Un altro tragico esempio nel settore tessile è quello del crollo della fabbrica di Rana Plaza in Bangladesh nel 2013, che fece 1.134 vittime. La gestione dei rapporti di lavoro nelle catene di fornitura è un tema chiave per le aziende della moda.

Le questioni sociali sono rilevanti anche per le imprese delle telecomunicazioni e dell’informatica. Nel mondo iperconnesso di oggi, i gestori dei social media devono mantenere riservati e protetti i dati personali dei consumatori per non incorrere in grandi rischi reputazionali. Analogamente, alcune società di gaming sono state additate per non aver protetto il personale da abusi sul lavoro, un tema sul quale Robeco ha condotto di recente attività di engagement.

Rispetto al cambiamento climatico, le questioni sociali sono molto più ampie e contengono molti diversi argomenti. Di conseguenza, è difficile individuare una chiara relazione positiva tra performance sociale in generale e performance finanziaria, anche se sono state condotte ricerche sull’argomento.

Una meta-analisi svolta da Margolis et al. nel 2009² ha passato in rassegna oltre 200 studi e ha riscontrato una correlazione modesta ma positiva tra performance sociale d’impresa (CSP) e performance finanziaria d’impresa (CFP). Sebbene ciò suggerisca che una buona performance sociale può condurre a migliori risultati finanziari, l’impatto è modesto e varia a seconda del contesto e dei metodi di misurazione. Una buona gestione delle questioni sociali non è penalizzante per le aziende sul piano finanziario, ma in generale non offre neppure solidi incentivi finanziari a perseguire iniziative sociali.

Un tema sociale che sembra essere finanziariamente rilevante in tutti i settori è la gestione del capitale umano. Le 100 aziende considerate i migliori datori di lavoro negli Stati Uniti hanno registrato notevoli extra-rendimenti rispetto al mercato a partire dal 1997.³ La ricerca condotta da Robeco sulla base dei rating di Glassdoor ha riscontrato un effetto simile.

Quindi, anche se il discorso non ha valenza universale, le questioni sociali sono certamente rilevanti dal punto di vista finanziario per alcuni settori e, nell’ambito delle questioni sociali, la gestione del capitale umano è il fattore più rilevante dal punto di vista finanziario in tutti i settori.

Accanto alla rilevanza finanziaria, gli investitori devono tener presente la rilevanza dell’impatto. I Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani ⁴ descrivono il modo in cui i governi e le aziende dovrebbero tutelare i diritti umani.

I governi nazionali hanno il dovere di proteggere i diritti umani e di porre le basi (legislative) per le imprese. Nello specifico, dovrebbero fornire alle aziende orientamenti efficaci su come rispettare i diritti umani nell’ambito delle loro operazioni e incoraggiare, e se del caso obbligare, le aziende a divulgare il modo in cui gestiscono il proprio impatto sui diritti umani. Le imprese devono rispettare i diritti umani e prevedere gli opportuni rimedi.

Ad esempio, il 25 luglio è entrata in vigore la direttiva dell’UE relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. Le nuove norme assicurano che le aziende rientranti nell’ambito di applicazione identifichino e affrontino gli effetti negativi delle loro azioni sui diritti umani e sull’ambiente all’interno e all’esterno dell’Europa, comprese le loro catene di fornitura. Una maggiore trasparenza su questo tema dovrebbe favorire un maggiore controllo da parte del mercato nei prossimi anni e quindi una maggiore rilevanza per gli investitori.

L’impatto diretto che possiamo esercitare in qualità di investitori è molto limitato. Le direttive dell’UE in materia di rendicontazione e dovere di diligenza sono ancora molto incentrate sugli effetti diretti delle imprese (sulle loro catene di fornitura) e sono meno pertinenti per il settore finanziario. Vorremmo incoraggiare l’UE a elaborare orientamenti settoriali che rendano queste direttive più rilevanti per noi investitori.

Gli asset manager esercitano un impatto per lo più indiretto attraverso la gestione di portafogli di titoli azionari o obbligazionari quotati. Le informazioni provenienti dai nostri fornitori di dati e dalla nostra ricerca interna possono evidenziare le principali questioni sociali a cui i nostri portafogli sono esposti nelle loro operazioni e nelle loro catene di fornitura.

In qualità di investitori, possiamo intervenire sulle questioni sociali in diversi modi. Possiamo escludere le aziende coinvolte in gravi violazioni sociali e possiamo dialogare con loro per eliminare queste violazioni, ma anche promuovere più generale l’attuazione dei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani. In Robeco facciamo entrambe le cose.

Siamo del parere che si dovrebbero integrare in modo strutturale le questioni sociali finanziariamente rilevanti nelle decisioni di investimento. Inoltre, si possono implementare specifiche strategie d’investimento con una dimensione sociale (impatto), come ad esempio le strategie Robeco Gender Equality, Robeco Fashion Engagement e Robeco Sustainable Healthy Living.

In sintesi, credo fermamente che gli investitori possano e debbano prendere in considerazione le questioni sociali, sia dal punto di vista della rilevanza finanziaria che da quello legale (rilevanza dell’impatto). I requisiti legali (non vincolanti), le strutture e i dati necessari allo scopo ci sono: è solo una questione di volontà.