12-12-2024 · SI Dilemmas

SI Dilemma: Investimento sostenibile attivo o passivo?

La scelta tra strategie attive e passive è da sempre dettata da importanti considerazioni strategiche, ma per gli investitori con un obiettivo di sostenibilità entrano in gioco altri elementi oltre ai soliti fattori, come le commissioni, la complessità e la regolarità dei rendimenti. In particolare, non è chiaro se un approccio passivo possa fornire un allineamento in termini di valori o impatto paragonabile a quello di un approccio attivo.

    Relatori

  • Rachel Whittaker, CFA - Head of SI Research

    Rachel Whittaker, CFA

    Head of SI Research

Il mese scorso l’importante fornitore di indici MSCI ha annunciato che avrebbe rimosso l’etichetta “ESG” dalla denominazione di alcuni gruppi di indici molto usati, tra cui l’ESG Leaders Index, scelto spesso come riferimento dai fondi ESG passivi. La decisione ha fatto seguito all’emanazione degli orientamenti dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) sull’utilizzo dei termini ESG nella denominazione dei fondi e ha acceso i riflettori sugli approcci passivi all’investimento sostenibile, spingendo molti investitori in fondi passivi che replicano questo benchmark a domandarsi se tali fondi potessero ancora essere considerati sostenibili.

Le strategie d’investimento sostenibile passive sono cresciute rapidamente negli anni antecedenti il 2021, in linea con la tendenza in atto nel mercato più ampio e sotto la spinta di fattori quali le minori commissioni, la minore complessità, l’accessibilità e la regolarità dei rendimenti. Tuttavia, i portafogli passivi costituiscono una quota relativamente ridotta delle masse in gestione (AuM) investite in strategie sostenibili (25% circa) rispetto a quanto accade con gli investimenti non sostenibili, dove in alcune aree le strategie passive superano quelle attive. Ecco alcuni fattori che, a nostro avviso, contribuiscono a questa differenza.

Attendibilità dei dati ESG

In genere gli investimenti passivi replicano l’andamento di un indice. Mentre gli indici convenzionali sono costruiti sulla base di criteri oggettivi e misurabili, come la capitalizzazione di mercato, gli indici ESG sono di solito basati su dati o rating ESG, che possono essere soggettivi o difficili da replicare in modo sistematico.
Spesso i rating variano notevolmente da un fornitore all’altro, a seconda della metodologia utilizzata, e anche i dati grezzi riportati direttamente dalle aziende presentano problemi di comparabilità, misurabilità e standardizzazione.

Le questioni sociali, come le modalità di gestione della catena di fornitura e le condizioni di lavoro di un’azienda, sono particolarmente suscettibili di essere valutate alla luce di criteri qualitativi, il che le rende passibili di diverse interpretazioni. Le strategie attive possono riuscire a gestire più efficacemente queste sfumature e a costruire un portafoglio caratterizzato da maggiore convinzione riguardo alle sue caratteristiche di sostenibilità.

Evoluzione del concetto di sostenibilità

Negli ultimi vent’anni l’investimento sostenibile ha subito una rapida evoluzione, con un aumento delle informative, una migliore comprensione dei risultati della climatologia e dell’impatto dei fattori ESG sulle imprese e sulla società, e con un cambiamento degli atteggiamenti sociali e normativi verso i settori sostenibili.

Per quanto alcuni benchmark cerchino di adattarsi, come abbiamo visto di recente, il cambiamento in questi casi è molto più lento rispetto a quello delle strategie a gestione attiva, che possono rispondere rapidamente alle nuove informazioni, al mutamento delle condizioni di mercato e alle tendenze di sostenibilità emergenti.

Questa capacità di cogliere le opportunità in modo più agile ed efficace rappresenta ovviamente uno dei punti di forza dell’investimento attivo, ma è particolarmente rilevante per gli approcci sostenibili.

Engagement per produrre cambiamenti concreti

L’azionariato attivo è un principio chiave dell’investimento sostenibile nonché il secondo dei sei Principi per l’investimento responsabile promossi dalle Nazioni Unite. Alcuni studi suggeriscono che gli investitori passivi sono meno inclini a votare contro il management rispetto agli investitori attivi, forse perché i portafogli delle strategie attive, di solito molto più concentrati, permettono di dedicare maggiore ricerca e attenzione alle singole imprese. In altre parole, si ottiene ciò per cui si paga.

Secondo un’altra scuola di pensiero, per realizzare gli obiettivi di sostenibilità è più efficace investire in strategie passive e concentrare gli sforzi sull’engagement con le aziende anziché investire in portafogli a gestione attiva. Questo approccio ha maggiori chance di sortire gli effetti sperati se l’investitore o l’asset manager è abbastanza grande da avere una quota ragionevole di aziende soggette ad attività di engagement e se è in grado di farsi carico dei costi, a volte considerevoli, di mantenere un dialogo costante con i dirigenti delle imprese.

Entrambi gli approcci hanno indubbiamente i loro meriti, e forse più importante del metodo di engagement utilizzato è il fatto che questa attività venga svolta nella maniera giusta.

Crescente popolarità delle strategie di enhanced indexing

Negli ultimi anni gli investitori hanno dimostrato un crescente interesse per le strategie di enhanced indexing, che coniugano elementi dell’indicizzazione passiva con alcuni input attivi nel tentativo di ottimizzare i rendimenti oppure fattori quali le caratteristiche o le considerazioni di sostenibilità.

Questa crescita è stata favorita dai progressi nella disponibilità dei dati e nell’analisi quantitativa, e l’emergere di sofisticati strumenti di IA crea entusiasmanti prospettive di sviluppo futuro. Questi approcci possono essere utili sia dal punto di vista della rilevanza finanziaria, nella misura in cui si utilizzano i criteri ESG per ottimizzare il potenziale di rendimento, sia da quello della rilevanza dell’impatto, giacché permettono di allineare i portafogli agli obiettivi di sostenibilità, coniugando peraltro in modo ottimale le due prospettive.

L’ultima parola

La gamma di prodotti d’investimento sostenibile in tutte le asset class non è mai stata così ricca e diversificata come al giorno d’oggi, anche grazie all’innovazione nel campo dei prodotti finanziari. Tra i motori di questa innovazione figurano l’interesse per la sostenibilità e la necessità di un’azione globale volta a incanalare i capitali verso lo sviluppo sostenibile.

Per certi versi, l’idea che l’investimento passivo sia un’opzione facile per gli investitori è fuorviante. Tutte le decisioni di investimento, anche la scelta tra approcci attivi e passivi o semi-passivi, vengono prese attivamente, e c’è spazio affinché tutti gli approcci possano soddisfare le variegate esigenze degli investitori di oggi.