Quest’anno le banche hanno battuto i principali benchmark e le società finanziarie statunitensi hanno registrato una crescita degli utili seconda solo a quella delle grandi imprese tecnologiche. Secondo i nostri team d’investimento multi-asset e fintech è possibile che il meglio debba ancora venire, poiché le innovative tecnologie finanziarie continuano a foggiare il futuro della finanza, il settore bancario americano va incontro a una serie di fusioni e i titoli finanziari europei cominciano a registrare performance positive.
“Il settore finanziario beneficia attualmente di svariati fattori positivi”, afferma Colin Graham, Head of Robeco Sustainable Multi-Asset Strategies. “Si prevede che i tassi d’interesse e l’attività economica rimarranno elevati a lungo, sostenendo la redditività delle istituzioni finanziarie.”
“Le società finanziarie statunitensi continuano a generare utili e, pur restando dietro alle Big Tech, sono chiaramente in testa rispetto all’S&P 500. Non stupisce che negli ultimi 12 mesi i mercati azionari e del debito abbiano registrato rialzi pronunciati. Quale nota di cautela, sottolineiamo che a nostro avviso le buone notizie sono già in gran parte scontate nelle quotazioni, per cui a livello di indice le valutazioni non sono più convenienti rispetto al passato; tuttavia, con la gestione attiva si possono ancora trovare i migliori titoli all’interno del settore e rispetto ad altri.”
“In prospettiva, l’attività sui mercati dei capitali è in aumento, con una solida pipeline di operazioni di M&A e offerte pubbliche iniziali (IPO), grazie alla deregolamentazione promessa negli Stati Uniti in tutti i settori e nel comparto bancario. L’Europa è in ritardo su questo fronte e difficilmente beneficerà di un allentamento della regolamentazione, ma il continente può contare su minori costi della raccolta grazie ai tagli dei tassi della Banca centrale europea (BCE).”

Le società finanziarie statunitensi si collocano al secondo posto in termini di crescita degli utili per azione. Fonte: Robeco, UBS.
Riduzione della burocrazia
Molto dipende dalla regolamentazione, che secondo le previsioni sarà ridotta negli Stati Uniti ma rimarrà elevata in Europa, nonché dalla futura traiettoria dei tassi d’interesse, che determinano i margini di interesse netti, ossia la differenza tra i tassi attivi e passivi per gli istituti di credito.
“In Europa e in Cina si registra un’attività economica superiore alle attese, per cui è necessario che l’economia USA rallenti, anche se le probabilità di recessione restano basse”, rileva Graham. “La decelerazione della crescita statunitense favorirebbe una diminuzione dei tassi d’interesse, sostenendo i margini d’interesse netti, uno sviluppo essenziale per sostenere la redditività.”
“La domanda di finanziamenti al di fuori dei prestiti al consumo rimane debole ed è soddisfatta per la maggior parte dal credito privato, che beneficia di minori oneri normativi. Bisogna notare che la prospettiva di tassi più alti più a lungo negli Stati Uniti e l’inasprimento dei criteri per la concessione di finanziamenti sostengono i titoli di debito finanziari più costosi, come gli AT1 e le obbligazioni contingent convertible (CoCo bond).”
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M&A a tutto spiano
Uno dei maggiori fattori di sostegno è il previsto consolidamento del settore bancario statunitense, che conta centinaia di piccole banche regionali i cui modelli di business sono stati stravolti dalle aziende fintech e che potrebbero avere dimensioni troppo ridotte per poter sopravvivere in assenza di fusioni.
“I risultati delle elezioni statunitensi hanno galvanizzato i team di M&A, che si aspettano un regime normativo molto più permissivo sotto l’amministrazione Trump 2.0; in questo quadro, l’attenzione dei responsabili di tali operazioni si concentrerà sul settore finanziario in generale, e sul comparto fintech globale in particolare”, afferma Patrick Lemmens, Portfolio Manager delle strategie Robeco Fintech e New World Financials.
“In un’ottica futura, la pipeline di operazioni di M&A e di IPO fornirà secondo noi una spinta importante alle banche regionali statunitensi, affette da un’eccessiva frammentazione, favorendo anche il consolidamento dei settori bancario e immobiliare cinesi. A dispetto delle obiezioni sollevate da alcuni politici, l’auspicio di un aumento delle fusioni transfrontaliere espresso dalla BCE dovrebbe tradursi in un’accelerazione delle operazioni di M&A nel settore finanziario europeo.”
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Servizi mirati agli individui sottobancarizzati
Un altro elemento di sostegno è il nuovo giro d’affari che si potrebbe conquistare estendendo i servizi bancari a milioni di persone che non hanno un conto in banca.
“Anche se negli Stati Uniti l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) viene spesso ostacolata, i benefici sociali dell’attività bancaria sono innegabili, per cui l’inclusione finanziaria e la prestazione di servizi agli individui sottobancarizzati sono tendenze destinate a durare”, afferma Lemmens.
Il trend della finanza emergente (“emerging finance”) si concentra sulla crescita della classe media globale, in particolare nei mercati emergenti dove la penetrazione finanziaria rimane molto bassa. A questo si aggiunge il trend della finanza digitale (“digital finance”), in cui le società fintech offrono soluzioni digitali intelligenti ai clienti privi di un conto bancario o che ricevono servizi bancari insoddisfacenti.”
Questo fenomeno è diventato visibile anche negli Stati Uniti in seguito a un’indagine condotta dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) nel 2023 per individuare i soggetti senza un conto in banca (non bancarizzati) o quelli che, pur avendo un conto bancario, utilizzano servizi finanziari alternativi (sottobancarizzati). I risultati sono riportati nella tabella seguente:

Adozione di un approccio attivo
Dove trovare, dunque, i titoli migliori in cui investire? In questo caso una selezione mirata dei titoli è essenziale, alla luce degli effetti dirompenti delle aziende fintech sul sistema, delle opportunità create dalle operazioni di M&A e dell’aumento della domanda di servizi finanziari in generale prodotto dall’invecchiamento demografico, rileva Lemmens.
“La rapida evoluzione delle tecnologie finanziarie richiede un approccio attivo agli investimenti”, afferma. “Preferiamo le società fintech che si avvalgono di un’unica piattaforma tecnologica, con un software migliore e costi operativi molto più bassi rispetto ai concorrenti, e sicuramente più contenuti rispetto alle banche tradizionali.”
“Un servizio migliore e più rapido permette di acquisire velocemente una clientela significativa a cui si può offrire un numero sempre maggiore di prodotti e servizi. Gli investimenti attivi in questo tipo di società leader dovrebbero produrre i migliori rendimenti azionari sul lungo periodo, a condizione che si investa nella crescita a prezzi ragionevoli (GARP).”
“La selezione dei titoli, a nostro parere, è di fondamentale importanza, considerando la concorrenza tra l’enorme ecosistema di start-up, le aziende esistenti e gli operatori storici del settore finanziario, che cercano di proteggere i loro modelli di business tradizionali.”