L’andamento divergente delle due regioni è visibile nelle diverse prospettive dell’indice dei responsabili degli acquisti (PMI), un barometro del clima di fiducia di un’economia che segnala una crescita al superamento dei 50 punti. Il PMI europeo si attesta su livelli inferiori a quelli dell’omologo statunitense dall’aprile 2023 ed è pari attualmente a 49, un valore indicativo di una contrazione, mentre il PMI USA si trova a quota 57 e indica dunque un’espansione. Il quadro è ancora più desolante nel settore industriale, dove tra le vittime più illustri figura il comparto automobilistico europeo.
Tuttavia, secondo Büeler, Head of Sustainable European Equities, si scorgono diversi potenziali catalizzatori che potrebbero dare slancio alle azioni europee nel 2025 e condurre questa storia verso un lieto fine. Tra questi si annoverano la riduzione delle turbolenze politiche, un cessate il fuoco in Ucraina, la ripresa della Cina, la politica monetaria accomodante della BCE e l’aumento della spesa per consumi.
US & Eurozone Composite PMI

Source: Refinitiv
Un quadro sconfortante
“Le economie europee hanno molti problemi e sembra che l’elenco si allunghi di giorno in giorno”, afferma Büeler. “Questo aspetto trova riflesso nell’attuale quadro di crescita economica dell’Europa, che appare sconfortante soprattutto se messo a confronto con la situazione degli Stati Uniti.”
“La debole espansione economica del Vecchio Continente, abbinata alle revisioni al ribasso delle stime sugli utili, non è stata di grande aiuto negli ultimi due anni, nei quali il mercato è stato dominato dal momentum. Ciò ha spinto le valutazioni azionarie europee su livelli spesso depressi.”
“Anche se una parte di questo crescente sconto valutativo può essere dovuta alla composizione settoriale e ai divergenti trend strutturali degli utili, non dimentichiamo che l’Europa vanta alcune grandi imprese globali in settori molto interessanti.”
“Parliamo ad esempio di società come ASML, L'Oréal, LVMH, Roche, NovoNordisk e Nestlé, che non presentano valutazioni esagerate, a differenza dei titoli di qualità statunitensi. Inoltre, la capacità di generazione di utile delle aziende europee non dipende affatto dall’Europa, in primo luogo per via della composizione altamente globale dei loro ricavi.” 1
I consumatori europei possono tornare a spendere
Gran parte della spinta per tornare a crescere proviene dal potere di spesa dei consumatori, che in ultima analisi determinano il successo di qualsiasi economia, nonché dei titoli azionari delle imprese che soddisfano la nuova domanda. Negli Stati Uniti, terminata la pandemia, la spesa per consumi è tornata sui livelli precedenti, mentre in Europa, dove i tassi di risparmio sono molto più alti, la ripresa è stata più stentata.
EU consumers can spend more 2025 - with less need to save

“La spesa per consumi degli americani si conferma un importante volano di crescita negli Stati Uniti ed è il principale motivo per cui l’economia statunitense continua a crescere più velocemente di quella europea”, osserva Büeler. “Negli USA l’occupazione è solida e l’inflazione è diminuita, mentre i più cauti consumatori europei sono più focalizzati sulla ricostruzione delle loro finanze, anziché sulla spesa. Il tasso di risparmio delle famiglie è nettamente superiore alla media di lungo periodo a causa delle incertezze, in particolare la guerra in Ucraina.”
“In futuro il miglioramento del sentiment dovrebbe favorire una ripresa dei consumi. La diminuzione dei tassi di interesse sui risparmi offerti dalle banche potrebbe anche innescare una mentalità meno frugale nei consumatori europei.”
Una maggiore domanda di credito
Per coloro che hanno ancora bisogno di finanziamenti, dalla metà del 2023 i criteri per la concessione del credito alle imprese in Europa sono diventati meno rigorosi, favorendo la risalita della domanda da livelli contenuti. “Insieme al calo dei tassi d’interesse e ad una politica monetaria sempre più accomodante, ciò potrebbe innescare una ripresa degli investimenti, in particolare nell’edilizia, un settore sensibile ai tassi”, rileva Büeler.
“Si scorgono, inoltre, alcuni segnali di un aumento della domanda di credito da parte delle famiglie dell’Eurozona, che in novembre è cresciuta al ritmo più rapido dei precedenti 18 mesi. In particolare, la domanda di prestiti legati all’abitazione ha registrato una marcata ripresa grazie alle previste riduzioni dei tassi d’interesse e al miglioramento delle prospettive del mercato immobiliare.”
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Divergenza tra USA ed Europa sulla politica monetaria
Il differenziale di interesse che riduce l’attrattiva del risparmio e abbatte il costo dei finanziamenti in Europa si sta ampliando a causa delle diverse politiche delle banche centrali sulle due sponde dell’Atlantico.
La Banca centrale europea (BCE) ha ridotto i tassi quattro volte nel 2024 e non ha escluso la possibilità di un ulteriore allentamento nel corso di quest’anno. Ciò ridurrà gli oneri finanziari per le società europee, in particolare per le piccole e medie imprese che fanno maggiore ricorso ai prestiti bancari piuttosto che all’emissione di titoli corporate.
“Il minor livello relativo dei tassi d’interesse sarà probabilmente vantaggioso per la maggior parte delle imprese europee, in particolare per le mid cap che tendono ad avere più debito a tasso variabile”, afferma Büeler. “Resta da vedere se i minori costi di servizio del debito si tradurranno in un aumento sostanziale degli utili societari europei nel 2025, ma siamo moderatamente ottimisti al riguardo.”
“Il mercato azionario europeo è meno interessato dalla frenesia per l’IA, ma nel Vecchio Continente non mancano i settori con un vantaggio competitivo a livello globale, che sia la leadership dell’industria aerospaziale civile, la produzione di beni di extralusso, la transizione energetica e la proprietà intellettuale nel comparto farmaceutico.”
Nota in calce
1Le società in questione sono citate per finalità puramente illustrative e non sono necessariamente detenute da una strategia. La loro menzione non costituisce una raccomandazione ad acquistare, vendere o mantenere un titolo né una consulenza d’investimento. La futura inclusione di questi titoli nei portafogli non è garantita, né è possibile prevedere la loro performance futura.